Alla radice dello sviluppo: l'importanza del fattore umano - 2010 - LIBRI SEGNALATI SUL SITO

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KRIKŠČIONIŠKOS DVASIOS KNYGOS (1993-2009)

Berloffa,Folloni-Snyder,Alla radice dello sviluppo
Gabriella Berloffa - Giuseppe Folloni - Ilaria Schnyder v. W.

Alla radice dello sviluppo: l'importanza del fattore umano

Redaktorius: Guerini e Associati - Milano
Metai: 2010
Puslapiai: 343


Il nuovo volume della collana "Studi e Ricerche" della Fondazione per la Sussidiarietà.

Esiste attualmente un forte dibattito sull'efficacia degli aiuti internazionali allo sviluppo e sul tipo di politiche che favoriscono la crescita economica. L'enorme quantità di risorse destinate ai paesi più poveri e i «suggerimenti» di politica che spesso le hanno accompagnate non hanno portato ai risultati sperati. Come illustrato nella prima parte del libro, ci si è resi conto che il problema della crescita è complesso e comprende varie dimensioni (economiche, sociali, istituzionali ecc.) fra loro complementari. Ciò implica non solo una maggior attenzione alle specificità del contesto, ma anche l'accettazione del fatto che nessuna ricetta di politica economica porta a risultati in modo meccanico. Affinché inizi un processo di sviluppo effettivo è necessario che persone, associazioni e istituzioni locali non rimangano in una posizione passiva, ma siano disposti a mobilitarsi per migliorare le proprie condizioni di vita. Vengono presentate due diverse esperienze di sviluppo locale in Brasile («Associação dos Trabalhadores Sem Terra» di San Paolo e l'intervento di recupero nell'area di Ribeira Azul a Salvador de Bahia), evidenziando le caratteristiche che ne hanno permesso il successo e identificando i principali fattori che i soggetti stessi ritengono essere alla base del loro cambiamento. Dall'analisi emerge che, pur nella forte diversità di contesto dei due casi, è analogo il percorso di esperienza che «mette in moto» persone e gruppi sociali, rendendoli protagonisti di sviluppo nella realtà in cui vivono.

Categorie sociologiche quali alienazione, classe sociale, solidarietà, da tempo non appaiono più in grado di spiegare alcuna iniziativa, né sociale, né imprenditoriale, che metta in atto un cambiamento. Solo un rapporto tra persone, mosso da ideali che rispettino ogni dimensione umana, che sfidino la responsabilità di chi incontrano (rischino sull'impegno) e che accompagnino (nel tempo) secondo un cammino educativo, può aiutare la crescita di soggetti protagonisti e responsabili. Le decine di testimonianze raccolte nel libro raccontano questo cambiamento avvenuto, dimostrano un giudizio nuovo, che «mette in moto» singoli e gruppi: questo è l'innescarsi dello sviluppo.
Riconoscere un simile giudizio mette a fuoco un ulteriore problema, quello della replicabilità di un'attività di sviluppo. Se nell'incipit dello sviluppo sono così implicate le persone, è possibile replicare attività e progetti? La risposta è positiva, perché la replicabilità non coincide con la definizione di metodologie o tecniche d'intervento utilizzabili a prescindere dal soggetto che le attua, dalle persone che le propongono e che ne beneficiano; non è, cioè, un'azione di politica gestita dall'alto. La replicabilità di un'azione di cooperazione allo sviluppo coincide invece con il generarsi di un soggetto che matura nella capacità di educare gli uomini a vivere esperienze di bene comune in azione, a sostenerle laddove nascono. Replicabilità ed educazione si legano quindi anche a sussidiarietà, il principio che indica la priorità delle iniziative che nascono «dal basso» (dalle persone e dalle comunità) per la realizzazione del bene comune.
(dalla Prefazione di Giorgio Vittadini)

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