mons. Cataldo Naro Arcivescovo di Monreale
Giovedì 4 marzo 2004, nell’auditorium del Centro fieristico “Le Ciminiere” di Catania, monsignor Cataldo Naro, arcivescovo di Monreale, ha presentato il volume di don Giussani Perché la Chiesa (Ed. Rizzoli). Erano presenti più di ottocento persone e molte autorità (l’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, il rettore dell’Università, prof. Ferdinando Latteri, il presidente della Provincia, on. Raffaele Lombardo). “Nel libro Perché la Chiesa – ha detto mons. Naro – c’è una risposta al problema del cattolicesimo italiano: è un cattolicesimo popolare (caratteristica che lo rende quasi unico in Europa), ma è un cattolicesimo debole” (appartenenza senza credenza o credenza senza appartenenza). La questione del cattolicesimo oggi, secondo l’arcivescovo di Monreale, non è la strumentalizzazione politica (vedi Bossi o i pacifisti), ma la sua consistenza interna. E citando un’antica intervista di Giussani ha detto: “La Chiesa vive dai tempi del fascismo un sonno da cui non si è ancora svegliata”. “In questo contesto – ha aggiunto l’arcivescovo Naro – la via suggerita dal libro è educare la fede dei credenti. Il problema è l’educazione al sentire cattolico”. Da qui la necessità di riscoprire il metodo dell’Incarnazione e della presenza, e di avere il “rovello” della comunicazione di Cristo a tutti. “Il pensiero di don Giussani è un pensiero sorgivo, nel senso che esso attinge alle sorgenti della fede e diventa esso stesso sorgente. Per questo è un pensiero che aiuta tutta la Chiesa ed è rivolto a tutta la società”. “C’è bisogno di un nuovo inizio – ha concluso mons. Naro – attraverso un’opera di educazione che faccia riattingere ai cristiani la consapevolezza di ciò che essi sono”.