Ciò che può salvare l'Italia da un possibile declino è un'inversione di tendenza rispetto al passato, che ponga l'investimento in capitale umano al centro della vita economica, sociale e politica. Qualunque innovazione, tecnologia, organizzazione ne è infatti il frutto diretto. I due terzi dello sviluppo di una attività economica dipendono dalle abilità dei lavoratori: il capitale umano, sotto il profilo produttivo, è ancora più importante del capitale fisso, è un motore di sviluppo e il moltiplicatore di produttività e produzione.
Tuttavia, il capitale umano di una persona non è direttamente riducibile a un incremento della capacità lavorativa, misurabile in termini di aumento di reddito e ricchezza. È passione per la costruzione di opere, impegno per un equilibrato sviluppo economico e sociale, contributo gratuito all'edificazione del bene comune. Ogni cambiamento sociale è possibile se operato da uomini capaci di educare oltre che istruire: se si usano strumenti di conoscenza per servire una Bellezza intravista, per perseguire una Giustizia desiderata, per praticare una Carità agognata, per affermare una Verità ricercata o incontrata. Il volume propone un contributo in questa direzione, cercando innanzitutto di definire il significato e il valore del capitale umano per poi spiegare come esso sia generato attraverso il sistema cruciale dell'istruzione, quali caratteristiche e quali programmi debbe avere; viene ribadita la necessità di far ripartire l'innovazione tecnologica e il rinnovamento dell'impresa attraverso investimenti nel fattore umano e nelle infrastrutture: infine, si è voluto raccontare in che modo le politiche di sviluppo italiane ed europee intendano colmare il gap rispetto agli Stati Uniti.